Pagina:Barzini - Sui monti, nel cielo e nel mare. La guerra d'Italia (gennaio-giugno 1916), 1917.djvu/317

Da Wikisource.

GLI AVVENTURIERI DELL’ABISSO.

Giugno.


È l’ora più accesa del pomeriggio. Le rocce della costa nemica, che apparivano così grige e smorte, al periscopio, si sono animate sulle cime di una violenza di colore. Il «V.L.A.» scende lentamente a sud-est, fra due acque, girando un’occhiata, ogni dieci, ogni venti minuti, sulle onde percosse dal sole. Ha visto i profili della terra spostarsi a poco a poco, modificarsi gradatamente fino a che una specie di penisola è sembrata distaccarsi e avanzare solennemente, levando sul mare il bastione di una rude scogliera. Al di là, del fumo intorbida la lontananza, una bruma fulva e leggera; fumo di navi e fumo di opifici nascosti. Un semaforo biancheggia sulla estrema punta. Si è all’imboccatura di un porto. All’altra parte dell’orizzonte un’isola si allontana, azzurrastra.

Il «V.L.A.» fa le osservazioni più brevi e i tuffi più profondi. Sa che numerose vedette dall’alto delle coste a picco scrutano l’acqua alla ricerca dei sommergibili. Conosce i posti