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308 lettere dal mare


di guardia. Verso la sponda orientale l’Adriatico è di una limpidità meravigliosa e un sottomarino può esservi scorto facilmente nella calma.

Tutte le colorazioni sono state studiate nei varii paesi in guerra per nascondere i sommergibili alla sorveglianza del nemico, ma la luce tradisce. Il battello immerso, di qualunque colore e a qualsiasi profondità, visto dall’alto si disegna vagamente in chiaro sull’azzurro notturno dei grandi fondali. Appare come illuminato da un riflesso celeste contro alle tenebre bluastre degli abissi.

Le vedette avvistandolo fanno presto a dare l’allarme; degli idrovolanti si slanciano, delle torpediniere seguono le indicazioni degli aviatori, e intorno al sommergibile scoperto gl’inseguitori lasciano cadere possenti bombe, vere torpedini che scoppiano per effetto della pressione dell’acqua. Il sottomarino cerca di deviare e sfuggire, e scosso dalle esplosioni risuona con spaventoso fragore. Sovente è costretto a cercare l’ombra di profondità pericolose, dove tutto l’involucro d’acciaio geme al peso delle immani masse d’acqua che sovrastano. Allora non è raro sentire echeggiare nell’interno del battello dei colpi violenti come pistolettate. Sono bottoni delle giunture che saltano.

Nessun mare ha le perfidie dell’Adriatico orientale, trasparente, profondissimo, senza un