Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/14

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volta e di far poi un po’ alla volta quelle bene accette, per la stessa ragione per cui s’ingoja d’un colpo la medicina amara e si centellina lentamente il buon liquore. La politica saggia è quella che si adatta alla natura degli uomini. Ma bisogna sapere qual’è la medicina e qual’è il liquore. Il Governo non pensò nemmeno d’informarsi in modo conclusivo, non ordinò studi ed inchieste a tecnici provetti: era già abituato ad affrontare i più formidabili problemi del mondo senza conoscerli.

Nei primi giorni dell’occupazione fu mandato a Bolzano il prof. Tolomei, uno dei più grandi conoscitori dell’Alto Adige, a fondarvi un ufficio di contatto col germanesimo. Il prof. Tolomei giudicò necessario imprimere un segno esteriore della sovranità italiana e fece dipingere sulle stazioni ferroviarie e sui municipi il nome italiano dei paesi. L’autorità militare ritenne che questa avanzata di vocaboli offendesse il germanesimo, protestò con energia, minacciò il professore di espulsione per turbolenza toponomastica, e mandò i soldati a grattare i nomi. Intanto, come i ranocchi intorno all’inerzia del re Travicello, i pangermanisti rassicurati levarono la testa e cominciarono a gracidare. Poiché gracidavano in tedesco non c’era niente da grattare. Senonchè, nel mese di aprile del 1919, la loro insolenza arrivò al punto che si meditò di minacciare l’espulsione anche a qualcuno di loro. Ma il Ministero aveva troppi dispiaceri a Parigi.