Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/15

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Telegraficamente raccomandava la prudenza. Ai primi di maggio trovava eccessivo persino che si istituissero delle scuole italiane per gl'Italiani nella zona mistilingue. Prescrisse di «rallentare» tutti i provvedimenti di questo genere. In compenso affermava la ferma decisione di unire Alto Adige e Trentino in una sola provincia. Ma poiché questo doveva rimaner segreto, i tedeschi e molti dei nostri ufficiali ebbero la convinzione che il nostro regime fosse provvisorio. A giugno però il Governo in una lieve ripresa di coraggio ordinava all’autorità militare che si evitassero tutte le dichiarazioni capaci di incoraggiare nei tedeschi la speranza di una limitazione della nostra sovranità. A luglio il Governo prese delle decisioni definitive e ordinò: «il trattamento dei tedeschi nell’Alto Adige deve costituire il modello del trattamento liberale delle nazionalità soggette a maggioranze di stati nazionali». Si stabiliva così, con quattro parole, un altro magnifico primato italiano. L’ultima consegna era dunque di farsi amare. Facilissimo. Fu diramata dal Comando l’istruzione di «affezionare i tedeschi». In segno di affezione sorse il Deutscher Verband che assunse il controllo morale delle amministrazioni, rimaste tutte al loro posto come l’Austria le aveva fatte ai nostri danni. Arrivati a questo brillante risultato, la sentinella militare fu tolta e il 1° di agosto si insediava il Commissario Generale Civile.

Il Governo era cambiato, erano cambiate le