Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/25

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bile. In un colloquio interessantissimo si cercò la maniera più utile per soddisfare una così utile richiesta. Si presentava una difficoltà burocratica: lo spoglio, la verifica e l’accettazione delle domande di cittadinanza avrebbero assorbito un tempo prezioso. Fu chiesto ai messi tedeschi: «Che cosa preferireste, effettuare le elezioni alla data fissata ma senza voto agli optanti, oppure ritardare le elezioni di tutto il tempo necessario all’appuramento delle opzioni?»

Si può essere più gentili? I messi non esitarono. Risposero concordi: «Ritardare, ritardare!» — Diamine, aspettare non guastava niente e il ritardo portava un poderoso rinforzo di buoni austriaci destinato a rendere trionfale la battaglia. L’Italia, trattandosi di rendere un simile piacere, non ha voluto nemmeno fare aspettare. Ha mantenuto per l’Alto Adige la data delle elezioni fissata per tutto il Regno ed ha stabilito che per avere il diritto di voto un austriaco non avesse che da chiedere la cittadinanza. Si verificherebbe dopo, con comodo, se la richiesta fosse stata regolare e degna di risposta favorevole. Nei casi urgenti si passa sopra alle minuzie burocratiche. Per ora sarebbe bastato il giudizio sommario e imparziale delle stesse amministrazioni municipali tedesche. Rimane adesso all’autorità italiana il diritto ed il conforto di fare il conto di tutti gli stranieri la cui opzione deve essere respinta, che rimarranno stranieri, ma che hanno regolarmente votato come fossero italiani,