Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/9

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la cui organizzazione si trova descritta in uno dei capitoli di questo volume. Il tempo è passato, ma poco di sostanziale è mutato nelle condizioni dell’Alto Adige; e dove un miglioramento si è avuto, lo si deve, più che ad un’azione direttiva del Governo, alla magnifica forza di espansione e di assimilazione dell’italianità, che con i suoi agenti più umili — lavoratori, professionisti e soldati — supera gli ostacoli della patria burocrazia, vince le diffidenze dei Tedeschi e crea un’atmosfera di pacificazione destinata ad unire le due razze coabitanti nell’Alto Adige in una fattiva collaborazione di spirito e di opere.

Alla vigilia della riapertura del Parlamento Nazionale, che dovrà discutere l’ordinamento delle nuove Regioni, il materiale raccolto con tanta cura dal Barzini e vivificato dalla sua passione italiana, riprende adunque tutto il suo valore storico e documentario; e perciò lo ripresentiamo al pubblico integrato con un programma d’azione da svolgersi nella nuova Provincia Settentrionale tracciato da uno dei più benemeriti e operosi elementi direttivi della Dante Alighieri, da Avancinio Avancini. — Gli intendimenti che Luigi Barzini si propose nella sua inchiesta, che Avancinio Avancini concreta nella sua relazione, e che indubbiamente animano la parte più illuminata del Popolo Italiano, non sono di odio verso i Tedeschi dell’Alto Adige, nè di sopraffazione dei loro diritti etnici, culturali ed economici; tutt’altro. L’Italia ha riunito a sè i Tedeschi e gli Slavi stabiliti al di qua