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xxvi introduzione

sua moglie, D.a Giovanna di Capua. Dal qual principe fu benignamente accolto, ed egli ne cantò le lodi, unendosi alla generale letizia dei sudditi:

               ’l suo Popol diletto
O quanti archi drizzò, quanti trofei,
Per cui passar gli eccelsi semidei1!

Qualche tempo dopo, D.a Giovanna partorì un figliuolo, e, per questa occasione, egli scrisse un’altra ode2. —

Checchè si pensi della data di questo viaggio, certo, ai principii dell’anno seguente, 1609, egli era di nuovo a Napoli, dove pubblicava un volumetto di Madriali et Ode, raccogliendovi quanto era venuto sparsamente scrivendo e stampando fin allora3. Il volumetto è dedicato alla sorella Adriana, ed è curioso il tuono della dedica: «Ecco, sorella amatissima, ch’io paleso al mondo sotto il vostro celebre nome questi miei poveri componimenti, i quali,



  1. Ode, pp. 50-3.
  2. ivi, pp. 54-6. Don Carlo Spinelli morì giovane di 35 anni, il 17 gennaio 1614, lasciando un figliuolo, di nome Scipione, e una figliuola, Isabella. È sepolto in S. Caterina a Formello, e l’iscrizione della tomba è riportata dal Celano, Not. del bello, curioso ecc. della città di Napoli., ed, Chiarini, Nap., 1855-60, II, 457. Le odi, alle quali mi riferisco, sono stampate per la prima volta nell’ediz. nap. del 1609. Ora il Basile nel 1607 era ancora a Candia, sul finire nel 1608 lo troviamo a Napoli. Il viaggio (se pure non fu fatto prima del ritorno a Napoli) deve porsi tra il 1608, e il 1609, che stampò il suo libro.
  3. Dei Madriali et Ode, Napoli, per il Roncagliolo, 1609 (Chioccarelli, l. c. Toppi, Blbl. Nap., p. 130). Forma la prima parte della ristampa mantovana di Madriali et Ode, Mantova, 1613.