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166 lo cunto de li cunti

          Chi se vence lo chiajeto 1,
          Chi s’ha sciorte contraria;
          L’uno, si la segnerà penza ad isso,
          L’antro, si ha da tronare, o fa l’agrisso2
          E loco dà pastocchie.
          Che nce vorria na varrà3,
          E meza ne nevina e ciento sgarra!
          Ma, drinto a sta coppella,
          Puoi vedere s’è porvere o farina;
          Ca, si forma quatrate.
          Se trova luongo e granne,
          E, si desegna case4,
          Non ha casa, nè fuoco;
          Mostra figure, e scopre brutte storie;
          Saglie ncoppa a le stelle,
          E dà de culo nterra;
          All’utemo, stracciato e sbrenzoluso5,
          Tutto lenze e peruoglie,
          Le cascano le brache,
          E loco miri astrologia chiù vera,
          Ca mostra l’astrolabio co la sfera!
Fab. Me fai ridere, frate,
          Sibè non n’aggio voglia!
          Ma chiù me vene riso a schiattariello,
          De chi crede a sta gente;
          Pocca pretenne nevinare ad autro,
          E non nevina, che le vene aduosso:
          Mira le stelle, e vrociola a no fuosso6!
Jac. N’autro se tene d’essere patrasso,
          E se stira la cauza7



  1. Qui, nel senso proprio: lite.
  2. Ecclissi.
  3. Bastone.
  4. (EO) cafet.
  5. (EO) sbrenzoluto.
  6. Come Talete, secondo il noto aneddoto.
  7. si mette in superbia.