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Pagina:Basile - Lu cunto de li cunti, Vol.I.djvu/60

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l introduzione


Nel 1623, s’incontra il suo nome alle stampe, come autore degli argomenti in ottave all’Eracleide, Poema di Gabriele Zinano1.

Nel 1624, quantunque stesse sempre a Napoli, pubblicava a Mantova le Imagini delle più belle dame napoletane ritratte da lor propri nomi in tanti anagrammi2, dedicandole al Signor Tomaso Francesco Spinello, Marchese di Fuscaldo. Sono 71 nomi di dame napoletane, cucinati in 88 anagrammi ed epigrammi. Segue un’altra serie di simili componimenti per varii.

Il volumetto, nella sua scioccheria, è di quelli, che fa pensare a molte cose. E fa pensare, anzitutto, alla decadenza del carattere umano, in quei tempi, e alla conseguente vacuità di sentimento e pensiero, che conduceva gente, come il nostro Basile, a perdere il suo tempo in lavori così indegni. — Che cosa sono queste Imagini delle più belle dame? Ecco qui. — Il Basile prendeva il nome di una dama napoletana, che, per suo interesse, per vaghezza, gli convenisse adulare. Per es., quello di D.a Dorotea di Capua, Marchesa di Campolattaro, una signora, — sia detto fra parentesi —, molto nota a quei giorni, e che era stata una delle amanti del Duca d’Ossuna3. Dunque:



  1. L’Eracleide di Gabriele Zinano, all’invittissimo et gloriosissimo signor Il Cattolico Don Filippo IIII d’Austria, Re di Spagna e del mondo Nuovo universale Monarca, Per il Deuchino, con lic. e priv., In Venezia, MDCXXIII. Cfr. Imbriani, Il Gran Basile, l. c, II, 213-4. Il Basile, nel Teagene (V, 59), dice del Zinano: «D’Eraclio canterà l’eccelse imprese Zinan, che trarre i monti a sè ben puote».
  2. In Mantova, 1624. Ded. da Nap., 1 Maggio 1624 (di pp. 94-49).
  3. Ved. Croce, I teatri di Napoli, pp. 100-101.