Pagina:Basile - Lu cunto de li cunti, Vol.I.djvu/80

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LXX INTRODUZIONE

               Macaro me potesse cenzoare
               Quarcosa nmiero de Capo de monte!
               Oh che bello castiello vorria fare,
               A dove se trasesse pe no ponte!
               Tutto de ntuorno lo vorria murare,
               E po starence dintro commo a Conte!
               — Che magne po! — Lo venno! — E a che palazzo
               Po’ staje? — Ne faccio n’autro..... Ohimè, so pazzo!
               
               Sto penziero m’allarga da la Musa,
               Chisto scire me fa de cellevriello,
               E chisto pe frenetico m’accusa
               A tutte ore penzanno a sto castiello!
               Ad ogni bene m’è la porta chiusa:
               Mannaggia chi me deze sto cortiello!
               — Cossì va chi è catarchio ed è pacchiano,
               E cerca meglio pane che de grano 1!


La vita del Cortese è pochissimo nota, ed io ne darò qui, pel primo, qualche notizia un po’ circonstanziata. Egli nacque in Napoli intorno al 1575 2. Nel 1597 si laureò dottore in legge 3. Sulla fine del 1599, risulta da un documento che ho trovato, ch’egli ottenne dal Vicerè Conte di Lemos per un anno l’ufficio di assessore in Trani; ufficio, ch’egli non potè occupare immediatamente, e chiese la grazia, che la durata ne cominciasse dal 13 gennaio 1600 4. Pare che poi andasse in Ispagna, e indi in Toscana 5. Il comentatore di un suo poema, il Zito, dice: «Ne lo chiù bello de la gioventù, pe pascere majoremente l’animo sujo de cose grannissime, se pose ncorte de




  1. Ivi, VII, 40-1.
  2. V. Append. B.
  3. V. Append. B.
  4. V. Append. G.
  5. Viaggio di Parnaso, VII, 36.