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Pagina:Battisti, Al parlamento austriaco, 1915.djvu/123

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trento, trieste e il dovere d'italia 107

Ma poichè accanto alle ragioni del cuore e fuse con esse vi sono le ragioni che scaturiscono dalle vive necessità politiche, economiche, sociali, permettete che di queste specialmente discorra, permettete che cerchi di illuminare, di analizzare i complessi problemi dell’irredentismo. Io desidero che voi abbiate ad uscire di qui più che con l’animo tumultuante di passione, con una visione lucida e serena del problema dell’ora presente. Per questo vi prego di ricordarvi che se la vostra simpatia per gli irredenti mi commuove, è meglio che questa simpatia non esploda e che voi conserviate tutta la vostra freddezza per vedere se i miei argomenti sono buoni o no. Se sarò vincitore, se cioè ragionando con rigore e con calcolo potrò scuotere quelli che ancora per caso fossero in dubbio o fossero lontani dal mio spirito, dal mio pensiero, se a questo arriverò, io sarò ben felice e griderò alto: non appoggiate soltanto con l’entusiasmo la mia propaganda, appoggiatela anche, e sopratutto, con l’azione! È l’azione che a voi richiede il mio paese!

I problemi che in questi momenti si impongono alla attenzione del pubblico sono questi: Trento e Trieste vivono oggi in tristi condizioni politiche — e lo ammettono tutti: ma non sarebbe possibile ottenere un’Austria meno barbara, un’Austria più civile, un’Austria che lasciasse vivere in pace questi popoli italiani che sono entro la sua cerchia? E d’altra parte si domanda: la condizione degli italiani in Austria, se è politicamente triste, se dal punto di vista della libertà è cattiva, non è invece buona sotto l’a-