Pagina:Battisti, Al parlamento austriaco, 1915.djvu/155

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trento, trieste e il dovere d’italia 139

no a brano quelle terre, l’avea bagnate del sangue dei suoi prodi. Attorno a lui fremevano d’amore e dolore i commilitoni nell’attesa di poter piantare il tricolore nella mia Trento, quando venne a lui l’ordine fatale di abbandonare quelle valli, conquistate con tanto sangue. Egli non rassegnato, ma con gli occhi e col cuore rivolti solo al supremo bene della patria, rintuzzò in ogni legittimo orgoglio, ogni ambizione di capitano, donò alla patria la sua gloria di quel momento, e soffocando i sentimenti di ribellione rispose il famoso «Obbedisco». Ora io mi auguro, cittadini, che quando la patria chiamerà i suoi figli alle armi per pompiere l’opera di Garibaldi, tutti gli italiani col cuore istesso, con lo stesso spirito che ebbe Garibaldi, al di sopra di ogni interesse personale, di ogni ambizione, d’ogni meschina gara di parte, tutti sappian rispondere: Siam pronti. Obbediamo!