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complicazioni e questioni internazionali prima di ammetterne l’alta importanza.

Malgrado tutto, dubitiamo assai che anche oggi il problema sia stato posto dal Governo con sincerità e con vera volontà di risolverlo.

È doloroso, è avviliente a constatarsi: gli Stati conquistatori, gli Stati colonizzatori, quando vogliono portare il loro dominio su altri popoli, in terre incivili, ci vanno con la forza, ma nel loro stesso interesse finiscono con l’erigere scuole e far opera di civile elevamento.

L’Austria, dacchè si è consolidata entro i limiti attuali, ha agito differentemente verso gli italiani. Ha trattato i lor paesi, che son paesi d’alta e antica civiltà, come se fossero una terra di conquista. Vi ha portato cannoni, poliziotti e uffici delle imposte, ma quanto a scuole, anzichè crearne di nuove, ha tolto quelle di cui prima godevano.

Giacchè avevamo prima del 1866 complete università nostre entro i domini austriaci, ed avemmo nel 1904 una Facoltà legale nostra ad Innsbruck; ma questa e quelle ci furono tolte.

    lettura, pertrattazione che non ebbe più luogo e che avrebbe dovuto esser coronata da pieno successo in favore degli italiani se i deputati dei vari partiti avessero votato in Parlamento in modo corrispondente al voto della Commissione. Per la storia della questione universitaria, che valse a richiamare sugli italiani dell’Austria e sulle loro misere condizioni l’attenzione non solo d’Italia, ma di tutto il mondo civile, sono da consultarsi l’inchiesta e lo studio di Scipio Sighele (Treves, 1907) e il lavoro di Ferdinando Pasini: L’università italiana a Trieste (Firenze, 1909).