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Marmi, metalli, legnami, ecc., non avranno nelle vallate alpine alcun valore, finchè non ci saran le ferrovie. È assolutamente indispensabile che non passi la primavera del 1912, senza l’approvazione della tramvia delle Giudicarie e di Val di Fiemme.

Le linee ferroviarie esistenti lasciano per l’esercizio molto a desiderare. Sulla Bolzano-Ala è urgentissimo il proseguimento del doppio binario da Lavis ad Ala. Col movimento attuale c’è il quotidiano pericolo di scontri. I servizi ferroviari nella Valsugana — dove c’è una ferrovia dello Stato — sono scandalosi. I vagoni sono sudici e pochi; mancano le locomotive di riserva; il personale è scarso e mal pagato; i treni sono in numero insufficiente; l’illuminazione manca! È roba da inorridire il vedere come si fanno viaggiare su questa linea gli emigranti.

Per dimostrare con che criteri sia diretta un’altra linea dello Stato, quella della Val di Non,

    quale gli interessati erano pronti a concorrere largamente, elaborò un nuovo progetto che mettesse in congiunzione, attraverso un valico alpino, la Valle di Fiemme con la bilingue Bolzano, cittadella del pangermanismo, distaccandola così dal suo centro naturale, Trento. Il progetto, tendente a germanizzare la valle di Fiemme, ebbe, malgrado l’opposizione ostruzionistica della Deputazione liberale, l’approvazione della Dieta del Tirolo. Dovea esser discusso in Parlamento assieme a molti altri progetti di ferrovie locali austriache. Ma la pertrattazione fu da prima dilazionata perchè ii Governo non poteva disporre dei fondi necessari; poi perchè, mentre si preparava la guerra, dal febbraio all’agosto il Parlamento non tenne che pochissime sedute.