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Agli elettori di Trento.

Il lavoro e la posizione dei varii partiti

nelle presenti elezioni.

Le presenti elezioni dietali avvengono in modo veramente triste. I partiti borghesi, ai quali spetta esclusivamente il privilegio del voto, mostrano di disinteressarsi completamente della lotta. Vanno, è vero, alla caccia delle procure, si industriano con ogni mezzo a raggranellar voti, ma non sentono il dovere di affermare in pubblico i loro principii, e di cooperare all’educazione politica del paese.

Tutto si riduce per essi alla conquista dei seggio; il programma lo si fa tanto per corrispondere all’uso, ma non si pensa nè a divulgarlo, nè a commentarlo.

Tale apatia è ben deplorevole, se si rammenta come in altri tempi le elezioni dietali abbiano avuto significato di lotta veramente seria per la autonomia del Trentino.

Il partito socialista, fra i cui aderenti ben pochi sono quelli che hanno il diritto di voto, ha creduto di dover battere una via affatto opposta a quella della borghesia trentina.

Esso ha deliberato di scendere in lotta in quattro collegi; ha scelto, fra i collegi dei comuni rurali e delle borgate, quelli ove maggior essendo il predominio clericale, più difficile è la lotta, ma anche più necessaria; ed ha aggiunto ad essi il collegio di Trento, perchè l’affermazione del proletariato in difesa della civiltà nuova, potesse eccheggiare nella capitale del Trentino, quale monito non ad un solo, ma a tutti i partiti della borghesia trentina.

Nel proclamare le proprie candidature il partito socialista non si è proposto di dar la caccia a qualche seggio; l'esito della lotta è per noi secondario; quel che ci importa sopratutto (ed abbiam la coscienza di averlo già dimostrato nel limite delle nostre forze), è la proclamazione dei nostri principii, onde scuotere le masse o asservite al dominio clericale o addormentate dal liberalismo.

Valgano queste dichiarazioni a darvi ragione, o cittadini, della mia candidatura nel collegio di Trento.



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