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strade della periferia, e ancora di cittadina in cittadina, di villaggio in villaggio, per sette anni consecutivi. Nel 1925 ne fu tratto un film muto, nel 1927 una commedia per burattini; nel 1938 i suoi personaggi deliziarono i radioascoltatori d’America, finché nel 1939 la Metro Goldwyn Mayer bruciò tutte le tappe col suo formidabile «technicolor», prodotto in celebrazione del cinquantesimo anniversario del cinematografo, il quale oggi viene distribuito in Italia dalla C.I.A. Il testo originale del «Mago di Oz» non ha perduto punto del suo fascino. È ancor oggi altrettanto fresco e gaio e divertente quanto lo era agli albori di questo nostro secolo. E come il genio sereno e scanzonato di Carlo Collodi ha saputo creare un personaggio che — nonostante il volgere delle generazioni — non può morire, perché Pinocchio è e rimarrà l’amico fedele di tutti gli scolaretti d’ogni tempo, così l’arte di Frank E. Baum ha saputo dar vita alla simpaticissima figuretta di Dorothy che i bimbi d'Italia hanno presto imparato ad amare.

M. L. A.


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