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con tanta violenza che la piccina perdette l’equilibrio e si trovò seduta per terra.

Allora accadde una cosa straordinaria.

La casa turbinò nell’aria due o tre volte, poi vi si librò tranquilla. A Dorothy pareva di fare un viaggio in pallone.

Il vento del Nord e il vento del Sud si scontrarono proprio nel punto in cui sorgeva la casa, e fecero di essa il centro dell’uragano. In pieno ciclone, di solito, l’aria è ferma, ma la forte pressione del vento su entrambi i lati della casa la sollevava sempre più in alto, finché raggiunse proprio il vertice della tromba d’aria: lì rimase e il vento la trasportò lontana per miglia e miglia, come avrebbe trasportato una piuma.

Era molto buio e il vento ululava forte forte intorno a lei, ma a Dorothy pareva di fare un viaggio molto piacevole. Dopo i primi due o tre mulinelli e dopo che la casa si fu inclinata ancora una volta violentemente, le sembrò di esser cullata da una mano gentile, come un piccino nella culla.

Ma Totò non era soddisfatto. Correva su e giù per la stanza, di qua e di là, abbaiando disperatamente; Dorothy invece se ne stava seduta sul pavimento, aspettando tranquilla gli eventi.


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