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Una volta Totò si avvicinò troppo alla botola ancora aperta e disparve, tanto che la bambina credette di averlo perduto per sempre. Ma poco dopo vide un’orecchietta spuntare dal buco: la forte pressione dell’aria aveva sostenuto il cagnolino in modo da non lasciarlo cadere. Dorothy accorse e lo agguantò per l’orecchio, trascinandolo di nuovo nella stanza, ed ebbe poi cura di richiudere la botola in modo da rendere impossibili nuovi incidenti.

Le ore passavano e presto Dorothy non ebbe più paura: si sentiva sola e il vento continuava a fischiare con tanta violenza intorno a lei che credeva di diventar sorda. In un primo tempo aveva avuto timore di sfracellarsi quando la casa fosse nuovamente caduta al suolo, ma poiché il tempo passava senza che accadesse nulla di terribile, smise di tormentarsi e decise di aspettare pazientemente quel che le avrebbe portato il futuro. Infine scivolò sul pavimento instabile fino a raggiungere il suo lettino, e vi si sdraiò: Totò la.seguì e si accucciò vicino a lei.

La casa continuava a essere trasportata dal vento furioso, ma Dorothy presto chiuse gli occhi e si addormentò profondamente.

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