Pagina:Beccaria - Dei delitti e delle pene, 1780.djvu/123

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e delle Pene. 89

luto divider dalle altre col rivelarle.

La voce di un filosofo è troppo debole contro i tumulti e le grida di tanti, che son guidati dalla ceca consuetudine; ma i pochi saggi, che sono sparsi sulla faccia della terra, mi faranno eco nell’intimo de’ loro cuori: e se la verità, fra gl’infiniti ostacoli che l’allontanano da un monarca, potesse, mal grado loro, giungere fino ai di lui trono, egli sappia ch’ella vi arriva co’ voti segreti di tutti gli uomini; sappia che tacerà in faccia a lui la sanguinosa fama dei conquistatori, e che la giusta posterità gli assegna il primo luogo tra i pacifici trofei dei Titi, degli Antonini, e dei Trajani.

Felice l’umanità, se per la prima volta le si dettassero leggi, ora che veggiamo sedere su i troni di Europa monarchi benefici, animatori delle pacifiche virtù, delle scienze, delle arti, padri de’ loro popoli, cittadini coronati, l’aumento dell’autorità de’ quali forma la felicità de’sudditi,