Pagina:Beccaria - Opere, Milano, 1821.djvu/53

Da Wikisource.

DEL BECCARIA xlv

specie superiore a cui non hanno contribuito gli artificii inutili della vanità, ed il suonare la tromba per far gente come i ciarlatani, ma l’intrinseco merito dell’opera. Posso dire che anche il ceto delle persone meno curiose di letterarie notizie, come sono i cardinali ed i prelati, conoscono i Delitti e le Pene. Io credo che chiunque legge soltanto il lunario ha notizia di quest’opera1."

Il nome di Beccaria intanto risuonava per tutta l’Europa. L’Inghilterra doveva per necessità far plauso ad un uomo il quale nel suo libro avea raccomandato così vivamente il giudizio per giurati, di cui ella tanto si gloria, e che è uno de’ più robusti appoggi dell’ammirabile sua costituzione. L’illustre lord Mansfield, oracolo della legge in quel paese, non pronunciava più il nome di Beccaria senza accompagnarlo da un segno di rispetto2. L’altissima fama ne era giunta fino alle sponde della Newa ove regnava la seconda Catterina, la quale nell’interno della sua corte mostravasi talora femmina debole, ma sul trono conducevasi coll’animo di generoso ed illuminato monarca. Essa, com’è noto, avea desiderio di vedere intorno a se dotti e letterati d’ogni nazione. Per sua istanza adunque fino dai principio dell’anno 1766 un ragguardevole personaggio di Pietroburgo aveva richiesto notizie del marchese Cesare Beccaria al consigliere

  1. Lettera inedita nell’archivio Verri.
  2. Lally-Tolendal l. c.