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Pagina:Beccaria - Opere, Milano, 1821 II.djvu/400

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400 DEL DISORDINE E DE’ RIMEDII

allontanarmi dai termini dell’arte, per rendere queste interessantissime nozioni meno spinose anche a chi non abbia consacrata parte della vita a meditare su questo ramo dell’economia politica.


TEOREMA PRIMO


Una egual quantità di metallo dee corrispondere ad un egual numero di lire in ogni moneta.


Un esempio servirà di spiegazione e di prova. Suppongasi che la tariffa fosse regolata in guisa che cento lire in gigliati contenessero grani d’oro fino 488, e cento lire in zecchini di Savoia grani d’oro fino 448. I banchieri e gli orefici, sì nazionali che stranieri, esaminatori dell’intrinseco vedendosi aperta la strada ad un utile commercio, toglierebbero dalle mani del popolo quanto più gigliati potessero, rendendo ad esso i zecchini di Savoia, e sarebbero essi i mediatori di questo commercio rovinoso per lo stato, in cui uscirebbero dalla nazione quaranta grani d’oro fino per ogni cento lire in gigliati, colla perdita di essa nazione dell’otto per %. Nè si speri d’impedirlo colla legge proibitiva. L’esca dell’utile è troppo forte, la facilità di deludere troppo grande: l’esempio universale ce ne convince.

Lo stesso discorso facciasi in ogni altra moneta sì di oro che di argento, e vedrassi apertamente che la trascuranza di eguagliare la quantità del metallo al numero delle lire, è quel