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404 | DEL DISORDINE E DE’ RIMEDII |
ricusata nel commercio esterno, non ammessa indistintamente nel pagamento de’ tributi e de’ grossi contratti, si avvede della fallacia, la valuta meno, e per gradi insensibili tende a ristabilire la naturale proporzione. Così la lira che al principio dello scorso secolo era la quinta parte del filippo, ora è divenuta meno della settima, e col numero delle lire si contano i tributi. Di più: quanto si moltiplica questa moneta entro una nazione, altrettanto ne esce della buona, crescendo i prezzi a misura che crescono le rappresentazioni del valore; così la nazione cambia un valor reale con un valor metafisico, e fa tanto cattivo contratto, quanto quei creduli marinari che comprano il vento dalle streghe Lappone.
Che se poi le nazioni che le fanno corona, col contraffare nelle loro zecche simile feccia di monete, estrarranno il più prezioso midollo di quello stato, allora la rovina sarà estrema. Ben è vero che può il legislatore prendersi tanto arbitrio sulla bassa moneta, quanto è più difficile e incomodo il trasporto, rappresentando essa sotto un maggiore volume valor minore dell’altre. Gl’inconvenienti di un’azione scemano a misura che crescono gli ostacoli ad eseguirla.