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Pagina:Beccaria - Opere, Milano, 1821 II.djvu/412

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412 DEL DISORDINE E DE’ RIMEDII

poichè la necessità delle circostanze lo esigeva; nè fecero regolamenti appoggiati a sodi principii onde rimettersi a livello colle altre nazioni. Lungo sarebbe il tessere la storia di tutti quegli editti che non furono altro che ferite al sistema delle monete e decreti d’impoverimento: altri vi è che ha già compilata la storia del nostro commercio, ed ha posto in chiaro il disordine con cui l’economia politica è stata trattata fra di noi per cento settanta e più anni, quanti ne durò la dominazione Spagnuola; se questa storia vedrà la pubblica luce, sentirà sempre più ogni buon cittadino quanto sia degno di benedizione il governo della Augusta Casa d’Austria di Germania, la quale dacchè felicemente regna nella Lombardia ha distrutti in gran parte gli ostacoli che si erano opposti al pubblico bene; ed è da sperarsi che anche nelle monete sentirà questa provincia i benefici effetti de’ veri principii che le tengono regolate negli altri stati suoi ereditarii. Ma veniamo al caso nostro.

Per esporre alla più chiara luce il disordine attuale delle nostre monete conviene esaminare la legge regolatrice di esse monete, sotto la quale viviamo; perciò la prima tavola ch’io presento contiene l’ultima tariffa di Milano, a cui di contro ad ogni moneta ho opposta la quantità di metallo fino che vi si contiene. Di più, vi ho aggiunte alcune altre monete inutilmente escluse, le quali attualmente circolano fra di noi.

Mi sono appoggiato su i saggi fatti a Torino e altrove, quali ce li dà il conte Carli. L’autorità di questo illustre scrittore, la sua scrupolosa diligenza sono maggiori d’ogni eccezione.