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Le carni costose, i vini scelti, le masserizie preziose, i giojelli risplendenti, avrebbero bastato ad abbellire molte vite; essi quindi dividevano in parte la colpa di coloro che scialacquavano, mentre v’era dovunque tanta miseria. Però il superfluo dei ricchi non sarebbe bastato, bisognerebbe ripartire ugualmente; naturalmente i ricchi non avrebbero più che una crosta di pane in comune coi loro fratelli, ma essa sarebbe addolcita dall’amor fraterno.

Era la pazzia degli uomini e non la loro durezza di cuore che bisognava incolpare della miseria del mondo; non era il delitto di un individuo o di una classe, che rendeva tutta la stirpe così infelice; ma un errore terribile, una colpa immensa. Accennai poscia che i quattro quinti della forza umana, van perduti nelle guerre, derivanti dal difetto di organizzazione e di concordia negli operai.

Per spiegare poi loro più chiaramente la cosa, citai l’esempio di un paese, il cui suolo sterile, non frutterebbe che in grazia di una provvida irrigazione: feci loro osservare come, in un caso simile, spetti al governo il dovere di sorvegliare che quell’acqua necessaria, non venga trattenuta dall’egoismo degli uomini, ciò che potrebbe dare origine ad una carestia; a tal uopo l’uso di essa dovrebbe essere severamente regolato e non sarebbe permesso di lasciarla scorrere inutilmente.

La forza lavoratrice degli uomini, aggiunsi, altro non è che questo torrente fertilizzante, che rende abitabile la terra; per renderlo utile però, occorre un sistema regolatore che disponga giustamente di ogni goccia.

Ma quanto la pratica attuale era lontana da quel sistema! Ognuno adoperava questo prezioso fluido a seconda dei propri desideri, spinto soltanto dal pensiero di curare il proprio raccolto e di guastare quello del vicino, per poter vendere con maggior vantaggio il suo. Ora per avidità, ora per malvagità, si inondano o si prosciugano campi, consumando così inutilmente la metà dell’acqua; in un paese simile, pochi soltanto giungono a procacciarsi il lusso, mentre la massa ha per retaggio la miseria, ed i deboli e gl’ignoranti sono schiacciati da un eterno bisogno.