Pagina:Benedetto Giovanelli - Trento città d'Italia per origine, per lingua, e per costumi, 1850.djvu/24

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talia, vale a dire Verona, Vicenza, Padova e Brescia signoreggiato da Eccelino da Romano, come Capo e Signore eletto della fazione Ghibellina, cui era nuovamente addetta anche la Città di Trento.

Ma spenta ne’ popolari tumulti la formidabile schiatta di Eccelo, e prevalso poscia per gli prosperi successi di Carlo Primo il partito Guelfo, di cui stimavansi capi i Pontefici, crebbe, tra per la secreta protezione di questi e quella aperta dell’Imperatore, e tra per le varie intestine vicende comprovanti l’inconvenienza del popolare reggimento, l’autorità de’ Vescovi anche sulla Città in modo però, che finalmente ne nacque quel misto governo di essa, che si mantenne sino al principio del secolo decimonono, forse unico vestigio conservato dell’antica dominazion consolare nelle Città d’Italia.

Intenti quindi i Vescovi a mantenersi questa, qualunque fosse, parte di Dominio sulla Città, si strinsero sempre più al Conte del Tirolo, ed agli Imperatori di Germania, da’ quali non solo riconoscevan le investiture, titolo e fondamento principale della loro autorità, ma venivano anche sovente creati Vicarj d’Italia, carica a que’ tempi importantissima, e riuscirono essi con tali appoggj sin da principio sì bene in questo loro intento, che già nel 1347 non valse più nulla sull’animo de’ Trentini l’eccita-