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96 delle memorie


Capitolo IX.

Qual fosse il mio servizio in palazzo,
e con quali persone io conversassi piú di ordinario

. Tornando dunque a me stesso ed alla mia introduzione in palazzo, il mio servizio era questo.

Ogni mattina ordinariamente concorreva all’anticamera del Cardinal Aldobrandino tutta la corte per accompagnarlo di sopra all’udienza del papa. Quivi ancora mi trovavo io continuamente, e quivi in poche mattine tutta la conobbi e da tutti fui conosciuto.

Di tre in tre giorni mi toccava di stare nell’anticamera del papa alla sua portiera insieme con due o tre altri camerieri segreti per andargli portando le ambasciate secondo il bisogno. In ciò consisteva il servizio ordinario.

V’erano poi le cappelle e concistori, l’uscite alle devozioni, e occorrevano altre straordinarie funzioni le quali aggiungevano qualche occupazione di vantaggio. Ma tutte insieme non rendevano mai si occupato il servizio che non mi restassero ogni giorno molte ore di libertá. Queste cominciai, a distribuirle in maniera, che dandone quella parte che io doveva alla corte, potessi riservarne alcune sempre ancora agli studi. Era il mio fine allora veramente di continuare in quel modo qualche tempo a servire in palazzo, e durando troppo quel pontificato, alla mutazione del seguente pensavo di mettermi anch’io poi in prelatura e caminare per le vie ordinarie o degl’impieghi dentro alla corte o fuori ne’ governi dello stato ecclesiastico o con l’uscire d’Italia, e a questo mi portava singolarmente fin d’allora il mio genio, d’essere adoperato in qualche nunziatura della sede apostolica. E perché in tutte