Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/157

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libro secondo - capitolo iv 151


passava una piena pace, e di giá la Francia godeva un lungo e pacifico possesso del marchesato. Dalla qualitá del pretesto veniva resa tanto piú strana eziandio la qualitá dell’azione, perché non ostante la vicinanza del Delfinato sapevasi ch’era netto in ogni parte il marchesato dall’eresia, che tutti i governatori erano stati sempre cattolici come anche tutti i presidi, e che negli editti del regno a favor della libertá di conscienza restava chiaramente eccettuato il paese di qua da’ monti. In maniera che non si può esprimere quanta fosse l’indignazione che il re mostrò, e che mostrò l’assemblea medesimamente per un tale e sí inaspettato successo. Volevano i piú ben affetti verso il publico onore e benefizio del regno che, lasciate da parte le discordie presenti, subito si voltassero tutte le sue forze alla recuperazione del marchesato ed a farsi pentire il duca di Savoia di un’azione sí ingiusta e sí temeraria, ma presto s’intepidí quel primo impeto e risorsero piú che mai le domestiche dissensioni. Erano strettissime le corrispondenze che il duca di Guisa manteneva col re di Spagna, e sapevasi ch’egli molto strettamente ancora s’intendeva col duca di Savoia, onde il re venne in ferma credenza che Guisa fosse stato partecipe di tutta questa azione di Savoia e che Savoia non l’averebbe pensata non che eseguita senza il calor di Spagna, e senza queste occulte corrispondenze di Francia. Fermatosi dunque il re tanto piú ne’ suoi primi sensi contro il duca di Guisa, risolvè di non tardare piú a levargli la vita, e nelle proprie camere e quasi sugli occhi propri lo fece ammazzare da alcune delle sue guardie.

Restò l’assemblea maravigliosamente commossa da questo altro pur sí grande sí strano e sí inaspettato successo che quasi al medesimo tempo nasceva nel cuor della Francia, e nondimeno il re con molte vive ragioni averebbe potuto sperar di giustificarlo o per lo meno d’addolcirlo, se contento di questa morte non avesse il giorno dopo con troppo grand’empietá e fierezza fatta succedere l’altra del cardinale di Guisa fratello del duca, e insieme la prigionia del cardinale di Borbone, prencipe venerabile non solo per la medesima dignitá del