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150 delle memorie


millecinquecentoottantotto, nel quale fu presa risoluzione dal re di convocare a Bles gli stati generali, accioché in tal ragunanza, che rappresentarebbe il corpo intiero del regno, si potessero meglio trovar quei rimedi che si richiedevano alle tante sí gravi e sí pericolose infirmitá della Francia. Questo era il fine apparente; ma il vero disegno del re, come poi seguí, era per avere in mano con tal’occasione piú commodamente il duca di Guisa e non tardar piú a dargli la morte, stimando il re ch’egli con troppo giusta ragione potesse privar della vita chi voleva privar lui cosí ingiustamente del regno. Di ciò poteva il duca aver gran sospetto, ma troppo insuperbito di se medesimo del suo valore delle sue aderenze e della sua autoritá, e troppo gonfiato specialmente dalla fortuna, la quale secondo i soliti inganni ordiva la sua maggior caduta quando egli si aspettava la maggior sua esaltazione, stimava piú tosto suo gran vantaggio che il re venisse e ch’egli si trovasse in una tal ragunanza; sperava egli, e ne faceva ogni diligenza, di aver sí favorevoli li deputati dell’assemblea che l’autoritá del re sempre piú dovesse restarne abbattuta, e la sua all’incontro sempre maggiormente inalzata.

Venuto il re a Bles e ragunatavi la generale assemblea, non si erano quasi fatte le prime aperture de’ negozi che dovevano trattarvisi, quando ecco giungere inaspettatamente un rapido avviso, che dal duca di Savoia con repentino assalto erano state mosse l’armi contro il marchesato di Saluzzo, e che l’invaderlo e l’occuparlo era seguito in un medesimo punto. Succeduta l’azione, il duca procurò subito d’onestarla, e con quel senso che poteva essere piú plausibile a colorirla, scrisse in Francia e publicò in ogni altra parte ch’egli a ciò si era mosso per non lasciar introdurre l’eresia di Francia in Piemonte e nel resto d’Italia, che troppo ogni di cresceva in quel regno la potenza e l’ardir degli ugonotti, che troppo specialmente essi prevalevano in Delfinato, e che quando cessasse il pericolo egli rimetterebbe le cose ne’ primi termini. A tal nuova rimase attonito il re e non meno attonita l’assemblea. Era il duca di Savoia primo cugino del re. Fra l’uno e l’altro