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10 delle memorie


vasi l’esercito di venti mila fanti e tre mila cavalli; e di giá i gradi piú qualificati si erano distribuiti in varie persone delle piú principali per nobiltá di sangue, e delle piú stimate per esperienza di guerra che avesse lo stato ecclesiastico. Era mastro di campo generale Pietro Caetano duca di Sermoneta; generale della fanteria Marzio Colonna duca di Zagarolo; generale dell’artigliaria Mario Farnese duca di Latere, e la cavalleria stava separatamente sotto due capi, che erano Lotario Conti duca di Poli, e il marchese della Cornia, il primo de’ quali comandava alle lande e il secondo agli archibugieri. Da Roma si era trasferito il cardinale in Ancona, e quivi trattenutosi alcuni giorni era passato di lá in Romagna dove si destinava la piazza d’arme all’esercito. E perciò fermatosi poi egli in Faenza, andava ivi raccogliendo la gente che da tutte le parti dello stato ecclesiastico si moveva. Stavasi giá nel principio del verno, che si fece sentire asprissimamente quell’anno, e con tutto ciò non si tralasciando né dal pontefice né dal legato alcuna piú fervida diligenza, parea che gareggiando insieme facessero stare in dubio se dimostrassero da una parte il pontefice maturitá o virtú maggior di consiglio, o dall’altra il legato maggior vigilanza e premura d’esecuzione.

Da sí grande e risoluto apparecchio d’armi spaventato Cesare, e mancandogli ogni giorno piú la speranza di potere con forze vigorose d’altri maggiori prencipi sostenere le sue troppo deboli, in se medesimo stimò che non convenisse irritar maggiormente il pontefice, ma che fusse meglio di cercar le vie d’addolcirlo, e con ogni possibile vantaggio venir seco poi quanto prima a composizione. Trattenevasi in Ferrara Lucrezia d’Este duchessa d’Urbino sorella d’Alfonso, venuta a dimorarvi molti anni avanti per disgusti che l’avevano fatta separare dal marito. Giudicò dunque Cesare che ella sarebbe stata molto al proposito per intraporsi col legato e far seco offici necessari per la concordia. Né fu ricusato dalla duchessa l’impiego, anzi mostrandosi pronta nell’accettarlo e piú ancora nell’eseguirlo si trasferí personalmente a Faenza, ancorché