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160 delle memorie


cosí importante fra le sue mura dell’Alpi una tal porta in mano a’ pontefici, per aprirla e chiuderla di tempo in tempo secondo che piú convenisse, o per servizio della religione cattolica o per maggiore stabilimento, non solo della quiete particolare d’Italia, ma dell’universale riposo ancora in tutto il resto del cristianesimo? Né dover porsi in conto qualche incommoditá di spesa in riguardo di tante altre conseguenze maggiori, che si dovevano considerare in materia di tal momento.

Dunque richiedersi per queste ragioni che il papa accettasse il deposito. Ma sopra tutte per quella di non lasciar mezzo alcuno intentato col quale si potesse da lui rimediare all’imminente pericolo di una nuova guerra, dopo aver egli con tanta felicitá e con tanta gloria estinto il fuoco dell’altra, che aveva fatto patire alla cristianitá, e specialmente alla Chiesa, un flagello sí lungo di tanti e sí atroci mali.

Questa ultima ragione mosse il pontefice di maniera ch’egli finalmente prese risoluzione d’accettare il deposito. Mostravasi da lui nondimeno grandissima ripugnanza a questo partito, perché egli in effetto conosceva quanto piú fosse pericoloso il deposito che il semplice compromesso, nel quale pur troppo anche stimava d’avventurare con tali prencipi l’autoritá pontificia. Ed in proposito d’esperimentare questa autoritá generalmente, e con i prencipi in particolare, soleva egli dire che il non averne occasione alcuna i pontefici era gran ventura che l’averne alcuna, e saperla giudiziosamente sfuggire era gran prudenza; ma che bisognando per qualche necessitá cimentarsi a tal prova, l’uscirne con favorevole successo doveva riputarsi una grazia singolare di Dio e quasi un miracolo manifesto. Al patriarca egli dunque ordinò che dopo aver in nome suo ringraziato il re della confidenza che in lui mostrava, procurasse con ogni piú caldo offizio di mantenere le cose ne’ primi termini del semplice compromesso, e dilungarlo piú che fosse possibile facendo apparire veramente al re la sua ripugnanza al deposito, ma che non si potendo sfuggire di accettarlo, gli significasse che in riguardo al ben publico e alla conservazione della pace egli finalmente non