Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/173

Da Wikisource.

libro secondo - capitolo v 167


lano, che al duca era piú vicino e che da lui anche era il piú riputato, con termini quasi piú di risentimento che di esortazione, procurava in ogni maniera di rimoverlo da cosí fatto pensiero. Con tutto ciò, il duca mostrando tuttavia di persistervi cercava di onestare appresso gli spagnuoli medesimamente la sua andata in Francia con le ragioni esposte di sopra, ma specialmente gli assicurava che non averebbe in niun caso mai consentito di lasciarsi metter fuori del marchesato, perché assolutamente in ciò andava troppo unito il suo proprio interesse con quello del re di Spagna. E nondimeno sapendo i ministri regi, meglio ancora di tutti gli altri, che il duca era prencipe d’alte machine e d’inquieti e vasti pensieri, non potevano acquietarsi alle sue parole, e temevano che il porsi in mano del re di Francia fosse per qualche ordimento di cose nuove, e ch’ogni vantaggio che dovesse poi risultare al re ed al duca avesse intieramente a fondarsi nel danno loro. Intanto usava il duca ogni diligenza per disporre le cose di modo in Francia che non solo dal re ma da quei signori e ministri, che nella corte erano in maggior autoritá e onore, la sua andata fosse ben ricevuta, e potesse partorirgli ogni trattamento piú avantaggioso e nella forma dell’accoglienza e nel fine principale del negozio. Le persone piú adoperate dal re in quel tempo e di maggiore stima erano il duca di Memoransi contestabile del regno, il marchese di Rhony sopraintendente delle finanze e generale dell’artigliaria, il signor di Bellieure gran cancelliere, il signor di Villeroy primo segretario di stato, il presidente Giannino, che aveva avuta grandissima parte in tutte le negoziazioni piú difficili della lega, e il signor di Sillery, che si trovava in Roma a quel tempo e della cui persona ho giá fatta menzione particolare piú d’una volta. Aveva il duca di Savoia un ambasciatore ordinario in Parigi, ma confidando assai nel segretario Roncasio, tornò a mandar lui in Francia per iscoprire piú chiaramente l’animo del re ed il senso degli accennati ministri intorno alla risoluzione del suo viaggio. Trattò Roncasio piú d’una volta con Bellieure e con Villeroy per le qualitá degli