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libro secondo - capitolo v 173


presa di andare egli stesso in Francia. Col duca in particolare il patriarca aveva strettamente passati gli offizi col ricordarli, che trovandosi ora in persona propria appresso quella del re, tanto piú conveniva che s’aggiustassero bene insieme, accioché lasciandosi da lui in Francia ben sodisfatto il re potesse all’incontro anch’egli tornar con ogni sodisfazione maggiore in Italia. Al re similmente ricordò, che avendo in tutte le sue azioni mostrata sempre una generositá cosí grande, ogni ragione voleva che non si lasciasse vincere ora di cortesia dal duca, il quale con sí gran sommissione era venuto in propria persona a constituirsi nelle sue mani. Con i ministri poi dell’uno e dell’altro non mancava il medesimo patriarca di fare parimente ogni offizio opportuno, ma presto egli scoprí che l’aggiustamento avrebbe incontrate grandissime difficultá, perché in effetto il duca si mostrava piú alieno che mai dalla restituzione del marchesato, ed il re all’incontro piú risoluto che mai in voler che gli fusse restituito.

Nelle prime conferenze tra i deputati non si venne a proposta alcuna precisa, procurando ciascuna delle parti che l’altra fosse la prima a scuoprirsi. Ma perché ciò toccava a quella del duca, il quale doveva per ogni ragione essere il primo a proporre la forma del suo aggiustamento col re, uscirono fuori con una proposta i suoi deputati che si giudicò sommamente artificiosa da quelli del re, e perciò da loro fu malissimo ricevuta. La proposta fu che il duca riconoscerebbe il marchesato in feudo perpetuo dal re e dalla corona di Francia, e che di piú lasciarebbe certa picciola porzione della Bressa e alcune altre terre, le quali non si discostavano molto dal marchesato. Parve a’ deputati del re sí bassa una tale offerta e sí disprezzabile che la ributtarono assolutamente, e con parola di gran senso dissero che il re in ogni modo rivoleva il suo marchesato, ch’egli non pensava ad altri luoghi per cambio ma che quando pure il duca avesse questo pensiero bisognava ch’egli facesse altre offerte. Applicossi però il duca al ripiego del cambio, e cominciorono i suoi deputati a crescere l’offerte, proponendo che il duca cederebbe una gran parte della Bressa