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174 delle memorie


e di piú ancora le terre sudette che s’avvicinavano al marchesato. Ma parve pur anche a’ deputati regi indegna questa sorte d’offerta, in riguardo al fine specialmente ch’aveva il re di voler che nel cambio entrasse di piú la piazza di Pinarolo con le valli di Susa e della Perosa. Il che averebbe fatta godere a’ francesi una nuova porta in Piemonte quasi non meno opportuna che l’altra prima del marchesato, e cominciossi perciò a scoprire chiaramente che il re inclinava a questo partito del cambio, e che voleva con ogni maggior vantaggio valersi dell’occasione di lasciare al duca il marchesato e di fargliene pagare ben caramente la voglia.

Venuto dunque a trattare piú alle strette sopra il ripiego del cambio, sorsero grandissime difficoltá; l’una e l’altra parte si teneva aggravata, ciascuna cercava di prevalere ne’ vantaggi, e in somma le conferenze davano assai piú materia di contrasto che di negozio. Per superare le durezze interponevasi il patriarca con ogni piú viva efficacia, frequenti erano le sue udienze col re, frequenti col duca e frequentissimi i suoi congressi particolari con i ministri dell’uno e dell’altro prencipe. Usava egli però gran riserva e circonspezione per non mostrarsi piú inclinato all’uno che all’altro, e con tal destrezza in tutto il negozio s’adoprava che tutto venne finalmente a cadere in man sua, senza che si riducessero quasi piú in conferenza gli accennati ministri. Nondimeno egli non profittava molto, perché tornava il re sempre a dire, che se il duca si teneva troppo aggravato nel cambio, facesse la restituzione del marchesato. Riducevasi però a strettissimi passi il duca, e di giá si mostrava pienamente pentito d’esser venuto in Francia, e conosceva quanto piú vantaggioso per lui sarebbe riuscito il deposito del marchesato in mano del papa che non era questo della sua persona in mano del re. Non si era pretermesso dal duca fin da principio di fare varie proposte al re per unirsi con lui, ma non l’aveva trovato in alcuna disposizione di volere nuovamente rompere col re di Spagna e rigettare in nuove turbolenze la Francia, che afflittane in sí dolorosa forma per sí longo tempo, a guisa di corpo convalescente dopo una