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libro secondo - capitolo v 179


principale del regno napolitano, ma egli non interveniva alle conferenze per qualche difficoltá del sedere, come anco non vi si trovavano i ministri di Savoia per qualche altra considerazione particolare. Dopo grandissime difficoltá vennesi in fine al primo aggiustamento delle due concordie a Parigi, che fu poi confermato appieno in Madrid col ministero pur’anche principalmente di monsignor Caetano arcivescovo di Capua, che era nunzio apostolico in quel tempo nella corte di Spagna; né si può dire con quanto beneficio della cristianitá, con quanto onore della santa sede, con quanta gloria del pontefice l’uno e l’altro aggiustamento si stabilisse; ma di questo successo io tratterò piú diffusamente nelle mie memorie particolari della mia nunziatura di Francia, se piacerá a Dio di concedermi tempo ed agio a bastanza da poter impiegarmivi.

Ora, tornando agli offici del patriarca, egli si adoperò di maniera che la negoziazione cominciò a pigliare buona piega, e ridursi in termini da poterne sperare in breve l’aggiustamento. Fece il duca distendere una scrittura nella quale mostrava ch’egli veniva all’ultima risoluzione de’ suoi partiti. Furono due le proposte; l’una intorno alla restituzione del marchesato e l’altra intorno all’equivalenza del cambio. Proponevasi la restituzione in questa maniera: che il duca rimetterebbe in mano del re il marchesato di Saluzzo, nel quale dovesse all’incontro il re constituire un governatore grato al duca; che i presidi fussero di gente svizzera de’ sette cantoni cattolici; che le pretensioni delle parti sopra il marchesato si rimettessero al giudizio del papa, con essergli data sopra ciò la facoltá necessaria e la dilazione del tempo che bisognasse per decidere intieramente la causa; che il governatore giurasse di rendere il marchesato in mano di quella parte a cui favore dal papa si giudicasse, e che in tanto l’amministrazione militare e civile in nome del re si facesse. Questa era la prima offerta.

L’altra intorno al cambio si proponeva nella forma seguente: che il duca in ricompensa del marchesato darebbe il paese della Bressa, Barcellonetta e Brussia, Dragoniera e val