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180 delle memorie


di Stura, e piú rilasciarebbe Centale, Damonte, Roccasparviera, e Castel Delfino, luoghi non molto lontani dal marchesato e sopra i quali il re aveva pretensione; che potendo forse il re pretendere che si ponessero francesi in luogo di svizzeri in qualche piazza del marchesato, e d’aver Pinarolo in luogo di qualche altra delle terre sudette, in tal caso per le conseguenze importanti che da ciò risultarebbono, il duca desiderava che il re lo lasciasse tornare in Piemonte per conferire l’uno e l’altro partito con suoi vassalli, per eleggere poi l’uno de’ due secondo ch’egli piú si sodisfacesse o dell’uno o dell’altro; e tale in sostanza era il secondo partito.

Fatta la scrittura il duca la communicò subito al patriarca, e lo pregò a voler presentarla egli stesso al re con l’aggiongervi ancora i suoi offici perché fosse ben ricevuta. Dal patriarca si conosceva che il re e i suoi ministri vi averebbero trovato varie difficoltá; nondimeno si mostrò disposto a fare quello che il duca desiderava; ma prima di trattare col re, egli volle scuoprir meglio i suoi sensi in quelli del cancelliere, al quale parve che le proposte del duca s’avvicinassero in modo alle pretensioni del re che ormai si potesse pigliare qualche buona speranza d’aggiustamento. Trattò poi il patriarca col re medesimo e lo trovò repugnante in alcuni punti, e massime in quello di non doversi indrizzare a lui stesso il giuramento del governatore, e nell’altro di mettere guarnigione di svizzeri soli in tutte le piazze, e quanto al cambio mostrò ancora di stare molto piú fisso nella piazza di Pinarolo. Assicurò nondimeno il patriarca della sua inclinazione all’accordo, e ch’egli dalla sua parte vi si disporrebbe con ogni maggior facilitá. Volle nondimeno il re communicare il tutto non solo col suo piú stretto consiglio ma coi prencipi del sangue e con gli altri prencipi e signori piú riguardevoli della corte, e con diversi altri consiglieri togati che in Francia si chiamano di robba lunga. Tenne dunque il re sopra di ciò un gran conseglio dove intervennero tutti questi nominati, e dopo averli uditi fece egli poi rispondere alla scrittura del duca con un’altra, che in sostanza era del tenore che segue.