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188 delle memorie


cordo un’alterazione cosí grande alle cose d’Italia e specialmente a quelle che avevano riguardo alla religione, la quale non poteva non rimanere in pericolo ogni volta che per gli aditi o del marchesato o di Pinarolo si potesse dalla Francia introdurre l’eresia in Italia, ogni ragione voleva che si fusse dovuto chiamar lui ancora a farlo restar libero da quei sospetti che averebbe sí giustamente prodotto in lui quell’accordo; ch’egli perciò supplicava il papa a voler di nuovo interporre la sua autoritá per moderare almeno la capitulazione accordata e ridurla a piú giusto segno; il che quando non seguisse egli si dichiarava di non potere abbandonare in modo alcuno la causa del duca di Savoia, come causa ch’egli doveva riputare intieramente sua propria.

Quest’officio del re di Spagna prevenne quello che il papa aveva fatto con lui per mezzo del suo nunzio ordinario. Parve strano grandemente al papa che il re lo ricercasse a farsi ora mezzano di mettere in dubio e in pericolo quell’accordo, nel quale con tante fatiche egli era stato mezzano per aggiustarlo e concluderlo. Onde rispose al duca di Sessa, e dal suo nunzio fece rispondere al re medesimo, ch’egli non poteva né per onore né per conscienza farsi instromento per guastare un’azione col suo mezzo giá stabilita, né con altro fine da lui procurata che del ben publico e per conservazione della pace, la quale per tanti e sí gravi rispetti doveva essere desiderata in primo luogo dal medesimo re di Spagna; sapere molto bene il re che il duca di Savoia di suo proprio motivo era andato in Francia, che volontariamente era condesceso prima al trattato e poi alla conclusione dell’accordo stabilito in Parigi; volontaria perciò doversi riputare quell’azione, volontari del tutto gli oblighi ne’ quali il duca si era constituito, e per conseguenza irretrattabili le promesse che dovevano essere da lui ora osservate; che nel rimanente se il re voleva incitar piú presto che ritener il duca, e nudrire in lui quelli spiriti che per se medesimi, pur troppo, l’accendevano a desiderare un nuovo rompimento di guerra, lasciava il papa tutto ciò alla prudenza del re, il quale per la sua parte averebbe dovuto render conto