Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/195

Da Wikisource.

libro secondo - capitolo v 189


a Dio di quei nuovi mali che un tal successo farebbe patire alla cristianitá, pur troppo afflitta da quei sí lunghi e sí atroci che frescamente aveva sofferti. E perché pareva al papa di restar punto in qualche maniera sopra quello che il re toccava in materia di religione, come s’egli in certo modo la trascurasse; soggiunse che in sessanta anni continui di possesso che avevano goduto i re di Francia nel marchesato di Saluzzo, non era mai per la divina grazia e per la particolar vigilanza de’ pontefici suoi antecessori entrata l’eresia di Francia in Italia; e che i re di Francia medesimi dalla parte loro vi avevano rimediato con eccettuare sempre dalla libertá di conscienza il marchesato di Saluzzo con tutto quel piú che possedevano di qua da’ monti; che il medesimo si farebbe dal re presente quando seguisse la restituzione del marchesato e che uscisse a favor suo la sentenza pontificia, il che rimaneva incerto; e che non avendo in ciò gli altri pontefici mancato alli offici loro, non mancarebbe in alcuna maniera né anch’egli al suo. Questi erano i sensi che nell’accennata materia dal papa e dal re si mostravano.

Dall’altra parte il re di Francia non poteva con maggior indignazione mostrare i suoi, dopo essersi chiaramente scoperto che il duca di Savoia non voleva stare all’accordo. Non ricusava con termini espressi, però, il duca di voler eseguirlo, ma pigliando ora un pretesto ora un altro rifuggiva sempre agli allungamenti, né si può quasi pensare non che esprimere in quante forme egli si tramutasse. Col papa si scusava si doleva e finalmente poi si raccomandava, conoscendo molto bene che per tentar mutazione nell’accordo non vi poteva essere altro mezzano di lui. Col re di Spagna si trasformava ne’ suoi interessi, mostrandosi renitente all’accordo piú quasi per suo rispetto che per quello di se medesimo. Col re di Francia poi usava nuove sommissioni, dava nuove speranze di eseguir l’accordo concluso, suggeriva d’essere minacciato dagli spagnuoli non meno se gli consegnasse Pinarolo che se restituisse Saluzzo; chiedeva un poco piú di tempo per maturare queste nuove difficoltá, e chiedevalo per la convocazione