Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/21

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libro primo 15


Capitolo III.

Parte da Roma il pontefice e giunge a Ferrara; e quello che vi eseguisce sinché egli ritorna a Roma.

Dunque bene addolcita la stagione risolvè il pontefice di partire da Roma e venire a Ferrara, e si pose in camino sul principio di maggio lasciando al governo di quella cittá in luogo suo, con titolo di legato, il cardinale d’Aragona. Partí con un nobile accompagnamento di cardinali seguitato da tutti gli ambasciatori de’ prencipi e da gran numero di prelati. Innanzi al pontefice per lo spazio di una giornata precedeva il santissimo sacramento, e lo portava una chinea decentemente guarnita, con alcuni prelati intorno per custodirlo in quella forma che piú conveniva. Dal papa fu preso il camino della Marca per visitare in tal’occasione particolarmente la santa casa di Loreto, come egli fece, e dove egli rese ogni piú devoto e riverente onore a quel sí celebre santuario. Quindi passò in Ancona, e di lá per lo stato di Urbino ricevuto ivi da quel duca e alloggiato in ogni piú splendida e riverente maniera. Entrò poi egli in Romagna, e all’entrare in quella provincia vi giunse per le poste il nuovo duca di Modena e lo riverí con dimostrazioni d’ossequio, e all’incontro il duca fu raccolto dal pontefice con termini di grande onore e benignitá. Arrivato a Ravenna, prese alquanto piú di riposo che non aveva fatto negli altri luoghi. In quella cittá mi trovai con diversi altri ferraresi a riverirlo ancor’io. Né potrei dire con quanta umanitá si degnò di raccogliermi e insieme di farmi animo a dover seguitare la professione ecclesiastica, dicendomi specialmente che i ferraresi per l’avvenire averebbono potuto aspettare piú facili e maggiori avvanzamenti nelle dignitá ecclesiastiche sotto il dominio della sede apostolica.