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204 delle memorie


in sostanza la prima e piú stretta negoziazione che passò tra il legato e il Fuentes.

In questo medesimo tempo che si aspettava il duca a Tortona, giudicò bene il legato di unire col negozio temporale eziandio le preghiere spirituali, e di fare in tanto qualche azione ecclesiastica, la qual fosse proporzionata alla sua qualitá di nepote del pontefice ed al suo principal ministerio di legato apostolico. Furono perciò da lui publicate indulgenze amplissime in tutti i paesi all’intorno del Milanese e del Piemonte, per quelli che facessero particolar orazione affinché si potesse col divino aiuto impetrar la pace che da lui doveva trattarsi. Nella chiesa di Tortona egli stesso con ogni solennitá pose le quaranta ore, e dopo una messa privata uscí processionalmente da quella chiesa e con un largo giro portò il santissimo sacramento per la cittá, avendo prima fatto predicare due famosi predicatori, Monopoli e Toledo, da me nominati di sopra, che l’accompagnavano in quel viaggio, e con inaspettato successo appunto seguí che mentre egli processionalmente usciva di chiesa arrivò il duca di Savoia. Onde l’uscir suo di carrozza ed il presentarsi alla processione, l’ingenocchiarsi e l’accompagnarla fu, si può dire, una medesima cosa.

Arrivato il duca e finite le prime accoglienze, passossi dopo strettamente al negozio. Col duca era don Mendo di Ledesma ambasciatore del re cattolico appresso di lui. Il condurlo fu molto a proposito per agevolare, come si vedrá, la negoziazione che in quel congresso fu poi stabilita. Unironsi dunque il duca e il Fuentes e andarono a trovare il legato, e si ristrinsero per allora al partito della restituzione. Dissero che non solo per servizio del duca principale interessato e per servizio del re di Spagna che in ciò aveva quasi uguali interessi, ma che in riguardo a tutto il resto d’Italia ogni ragione voleva che non si risolvesse cosa alcuna, in cosí grave materia, se prima che si venisse alla restituzione non fosse data una piena sicurezza dal re di Francia di non portar l’armi e sconvolgere le cose in Italia; che sopra d’ogni altro