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libro secondo - capitolo vi 213


nella Savoia, egli cominciò a stringere in ogni piú viva maniera il castello di Momigliano e l’altro di Borgo, ma specialmente di Momigliano, che è la chiave principale di Savoia verso Ciambery e verso il regno di Francia. Come ognuno sa, è quasi tutto orrido e tutto alpestre, e quasi occupato sempre dalle nevi e da’ ghiacci il paese della Savoia. Con gli alti monti che vi sorgono da ogni parte si accompagna un gran numero ancora di precipitosi torrenti, in modo che può restar in dubio se piú dall’insolita asprezza di quelli o dalla spaventevole fuga di questi si inorridiscono gli occhi de’ viandanti. Fra sí vaste moli de’ sassi imminenti, una in particolare sopra ogni altra si estolle in maniera, che fatto un perpetuo verno, porta di continuo i ghiacci e le nevi in cielo con incredibile altezza. Chiamasi il Montesenise, nome d’orror famoso all’orecchie d’ogni nazione. Direbbesi che da tutte l’altre montagne dell’Alpi fosse resa obedienza e come tributo a questa, e che tutte riconoscessero il Montesenise come sovrano re loro, e questa come la principal reggia dell’alpino suo regno. Fra le concavitá di Savoia corrono le due principali vallate di Tarantasia e di Moriana, delle quali fu parlato di sopra. Unisconsi poi queste due, e un’altra comincia a nascere piú spaziosa, che poi sempre maggiormente s’appiana e s’allarga verso la terra di Ciambery e verso quella frontiera di Francia. Nel sito ove unitamente sboccano l’altre due prime vallate giace la terra e il castello di Momigliano; è debole di mura e d’ogni altra difesa la terra, ma per sito e per arte all’incontro non può essere quasi piú forte il castello: siede sopra un gran sasso che ivi sorge dalla campagna, e che, di varia forma nel giro, è per lo piú d’ogni intorno dirupato e scosceso. A qualche imperfezione del sito supplisce con piena industria l’opera a mano, per via di un recinto che di cortine e di fianchi non può essere piú vantaggiosamente fortificato; e benché una delle piú vicine montagne signoreggi alquanto il castello, nondimeno la distanza è sí grande che di lá non può ricevere se non danno leggierissimo anche dalle piú formidabili artigliarie. Stimavasi perciò come