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214 delle memorie


inespugnabile una fortezza di tal qualitá; né forse con vano giudizio se nel modo che bisognava fosse stata e meglio provista e piú virilmente difesa. Ma l’uno e l’altro difetto la fece cadere, come si vedrá, in mano del re di Francia, se non prima del suo desiderio almeno prima assai della sua aspettazione. Era governatore di Momigliano il conte di Brandis, uomo di nobil sangue ma che in quella difesa non mostrò né valore né fede, come allora fu generalmente giudicato; e non senza meraviglia s’era veduto che fusse stato posto dal duca un pegno tale in man sua, poiché avendo egli giá sposata con licenziosi pretesti una abbadessa d’un monasterio, si trovava in concetto vile presso ognuno, e faceva credere che poco averebbe stimato l’onore del secolo chi aveva con azione cosi indegna perduto, e sí bruttamente, il rispetto a Dio. Non era veramente proveduta la piazza né di soldati né d’altre cose necessarie come la sua carica richiedeva; ma non però cosi debolmente che sotto un miglior comando non avesse potuto far molto piú lunga difesa. Dalla parte del re appoggiavasi al Dighiera la cura principale dell’assedio, e con debole speranza di riuscita per le difficoltá, quasi del tutto insuperabili, di portare secondo il solito le trinciere contro la piazza, usare le batterie e le mine, e l’ultimo terror poi delli assalti. Cominciossi nondimeno a piantarvi intorno gran numero di cannoni e furono divisi in piú batterie, adoprandole, non ostante il gran vantaggio della piazza nel sito, con quei vantaggi almeno di fuori che somministrava loro l’industria. Su quel fianco dell’accennata montagna che dominava il castello, particolarmente ne furono alzate due, e di lá procuravasi d’infestar quei di dentro quanto piú si poteva; ma ciò seguiva con piú terror che danno, sí deboli e sí snervate per la troppa distanza giungevano le percosse al recinto. Rimaneva perciò la sola speranza d’impedire al duca il soccorso, in modo che la piazza disperata di poterlo ricevere non tardasse poi molto a cadere. Preparavasi con ogni ardore fra tanto il duca a soccorrerla, e metteva insieme a tal fine molta gente sua propria, ed il conte di Fuentes ne gli aggiongeva molt’altra del re di Spagna, gente