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230 delle memorie


Onde il legato pensò che fusse meglio d’udire le parti con separata negoziazione, e far che mettessero in scritto quello che per via di proposte e di repliche si andasse trattando di mano in mano. Parve nuova questa forma di negoziare, ed il fresco esempio di Vervin specialmente lo dimostrava, dove i deputati delle parti si ragunavano alla presenza del legato apostolico, e quivi si andavano levando le difficoltá secondo che risorgevano. Al che servivano grandemente la presenza e l’autoritá dell’istesso legato, e la venerazione particolare che in tale occasione viene resa ad un rappresentante pontificio di tale qualitá. Cosi pur anche si vede per ordinario seguir nella pratica di maneggi simili fra prencipi temporali, senza l’intervento d’alcun ministro apostolico; e al mio tempo in Fiandra passò in questa maniera il trattato e la conclusione della tregua di dodeci anni, perciò che prima in Olanda e poi in Anversa, dove si concluse il trattato, sedevano ad una tavola i deputati cattolici da una parte e gli eretici dall’altra; e in luogo superiore sedevano pure all’istessa tavola gli ambasciatori di Francia e d’Inghilterra, che in nome e con l’autoritá delli loro re facevano l’offizio di mezzani a comporre quella differenza. Con tutto ciò parve bene al legato di negoziare in questa nuova maniera, benché a lui riuscisse piú faticosa per la necessitá ch’egli aveva di fare separatamente i congressi doppi, e con doppia attenzione vedere e considerare le scritture che da lui di mano in mano si ricevevano.

La prima negoziazione fu intorno al partito del cambio, ma l’offerte che fecero li deputati del duca furono sí basse che non davano speranza alcuna di aggiustamento. Dall’altra parte i deputati del re, col dar precisa risposta intorno a questo partito, si fermorno nell’altro della restituzione e qui fecero dimande altissime, e furono che si restituisse il marchesato in quei termini stessi ne’ quali si trovava quando il duca l’aveva occupato; che si pagassero le spese fatte dal re nella presente guerra per tale occasione; che si terminassero tutte le altre differenze tra la corona di Francia e la casa del duca di Savoia; che Momigliano restasse in mano del re per sicu-