Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/239

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libro secondo - capitolo vi 233


pugnava. Questi vantaggi dalla parte del re ottenuti e sperati mantenevano, come ho detto, piú duri sempre i suoi ministri nel trattar col legato, al quale se bene dispiacevano tali progressi in ordine alla sua negoziazione, bisognava nondimeno che gli ammirasse in riguardo al valore e alla vigilanza del re che gli conseguiva. E nel vero il re volendo essere in ogni luogo e regolare egli stesso ogni azione, si maneggiava in tutto con tanto vigore di spirito e di persona, con sií ardente celeritá e con applicazione sí efficace, che lasciava in dubio s’egli facesse piú le parti o di re o di capitano o di soldato, o pure insieme di negoziante. Poiché intorno al negozio non meno della pace che della guerra, egli cosí bene riteneva le maggiori prerogative come le ritenesse in ogni altra piú eccellente qualitá militare. Poco dunque per l’accennate cagioni s’avanzava la negoziazione del legato, e dopo esser scorsi di giá molti giorni, non aveva egli ancora potuto aggiustare punto alcuno sopra i due partiti della restituzione o del cambio.

In tanto era gionta a Marsiglia felicemente per mare la regina novella sposa, e di lá poi era andata a Lione dove il re l’aveva fatta venire per consumare il matrimonio con lei. Dunque, arrivata ch’ella fu in quella cittá, egli partí subito similmente da Ciambery, e volle visitare prima il legato dandoli buone speranze intorno alla pace, e assicurandolo che i suoi progressi nell’armi non l’avrebbono perciò reso niente piú inclinato alla guerra. In segno di che invitò il legato a voler ancor egli trasferirsi a Lione, dove a piú bell’agio avrebbono potuto trovarsi insieme e trattar del negozio e superar le difficoltá. Mostrossi pronto il legato a voler seguitare il senso del re, e con ogni diligenza preparossi all’andata. Ebbe egli qualche difficoltá nel condur seco i deputati del duca, mostrando essi che fossero stati spediti per negoziare in Savoia e non dentro al regno di Francia. Ma il legato pigliò sopra di sé a fare che il duca approvasse, come poi fece, una tale resoluzione, e perciò i deputati fecero il viaggio unitamente con lui.

Giunto il re a Lione, consumò il matrimonio con la regina, e risolvè d’andarsi trattenendo in quella cittá sin ch’egli