Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/238

Da Wikisource.
232 delle memorie


con l’altra parte, e col mezzo del nunzio in Turino faceva rappresentare vivamente al duca le necessitá di condescendere a piú larghe offerte, massime col veder farsi dalla parte del re piú grandi ogni giorno i vantaggi e conoscendoli il re molto bene, ed a punto in quei giorni fece un nuovo acquisto pur anche di molta importanza. Aveva giá il duca di Savoia nelle turbolenze passate, e specialmente nell’occasione dell’armi mosse contra la cittá di Ginevra, piantato un forte reale sopra l’ultimo confine della Savoia verso quella cittá, e chiamavasi il forte di Santa Caterina dal nome particolare dell’infanta sua moglie; e s’avvicinava in modo a quella cittá che pareva a’ genevrini d’avere come un giogo del duca sui loro colli. Applicossi dunque il re a far l’acquisto del forte, e passatovi egli stesso in persona con le provisioni militari che bisognavano, cominciò da piú lati a stringerlo. Ma nel medesimo tempo egli fece svolgere in modo il governatore, parte con le minaccie e parte con le promesse, che in termine di pochi giorni l’indusse a rendere senza contrasto alcuno vilmente il forte. Fu grave il senso del legato per questo successo, temendo che i deputati francesi non si rendessero piú duri sempre col vantaggio di tante prosperitá, e sospettando insieme che ciò non avesse in qualche modo a tornare in vantaggio de’ genevrini. Né s’ingannò egli punto, percioché i deputati francesi, i quali mostravano ormai d’inclinare a qualche moderazione, tornarono di nuovo alle prime durezze, ed in Ginevra fu ricevuto con sommo applauso il successo del forte, e con speranza di vederne seguire l’intiera demolizione, secondo che poi avvenne alcuni di appresso, e con tanta indignazione del legato che l’accordo, il quale era di giá ridotto all’ultimo segno d’aggiustamento, fu per sconcertarsi di nuovo e rompersi, come in luogo suo da me si narrerá pienamente. Sperava pure anche il re d’avere in mano ben tosto la cittá di Borgo, ristretta dal maresciallo di Birone, benché la resa non seguisse poi se non dopo il nuovo accordo che si concluse; o perché ciò nascesse dalla fede e virtú di chi difendeva la piazza o perché piú vi operasse la perfidia allora occulta di chi l’op-