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240 delle memorie


legato in particolare che dalla parte regia si pretendesse di far demolire gli accennati forti, e specialmente quello di Santa Caterina, del che si era divulgato che facessero grand’instanza gli eretici di Ginevra; onde egli nell’udire tali pretensioni si dichiarò liberamente con li deputati del re, che quando bene quelli di Savoia consentissero a tali demolizioni, il che essi però non farebbono mai, egli non permetterebbe giá mai che in faccia sua si smantellasse quello di Santa Caterina, e che sugli occhi suoi seguisse un’azione sí vantaggiosa alla cittá di Ginevra, nido il piú infame che avesse il calvinismo in Europa, e donde quella peste piú si era diffusa in particolare, e piú deplorabilmente, nel vicino regno di Francia.

A queste parole del legato non replicarono i deputati del re cosa alcuna, né piú avendo udito egli trattarsi di tal materia, stimò poi che da quella parte se ne fosse deposto affatto il pensiero.

Dopo queste risentite querele mostrò il legato di dover pensare da dovero alla sua partita, e cominciò a farne qualche preparazione, senza però abbandonare il negozio. Era desiderata dal re veramente la pace per le ragioni toccate di sopra, e di giá con impazienza desiderava egli ancora di tornare alla sua stanza ordinaria di Parigi e di condurvi la novella regina. Onde risolvè di agevolare il trattato quanto piú si potesse dalla sua parte, e commandò a’ suoi deputati che per tutti li mezzi piú convenienti ne procurassero quanto prima la spedizione. Dal duca di Savoia vennero gl’istessi ordini pur’anche a’ suoi deputati, poiché egli aveva conosciuto ogni di quanto piú il re si avvantaggiasse con l’armi, e quanto all’incontro peggiorassero le cose dal canto suo.

Dunque scopertasi dal legato questa disposizione dall’una e dall’altra banda, cominciò di nuovo a stringere con ogni ardore il trattato, e poste bene in contrapeso tutte le considerazioni che potevano cadere sopra i due punti e della restituzione e del cambio, le restrinse alla forma seguente. Giudicò che li deputati del re si potessero contentare della sola restituzione del marchesato libera e senza riserva alcuna