Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/25

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libro primo - capitolo iii 19


visi vedere con piú numeroso e scelto accompagnamento, con piú ricche e vistose livree loro proprie e de’ loro cavalieri, e con ogni altra ostentazione che piú fosse per sodisfare agli occhi in publico e in privato. Giunse prima il duca di Mantova come ho accennato di sopra. Entrò a cavallo con tutto il suo accompagnamento nell’istessa maniera, e certo la comparsa sua propria e quella di tutti i suoi non poteva seguire in forma né piú splendida né meglio ordinata. Fu ricevuto dal pontefice con tutti quei trattamenti di affetto e di stima che sogliono usarsi nella corte di Roma verso tal sorte di potentati. Godè a palazzo alcuni giorni, de’ quali aveva voluto onorarlo il pontefice, e poi si trattenne alcuni altri a sue proprie spese nell’abitazione de’ Gualenghi, e finito ch’egli ebbe col sacro collegio e con gli ambasciatori di fare e ricevere le visite consuete, parti dí Ferrara con ogni sodisfazione di ritorno a Mantova. Né tardò poi molto a comparire il duca di Parma. Entrò anch’egli nella stessa forma a cavallo, con un numeroso e fioritissimo accompagnamento di cavalieri, che tutti erano o suoi feudatari o sudditi, e giudicossi che in questa parte fusse prevaluta in un certo modo la sua comparsa fatta solamente da suoi vassalli senz’alcun aiuto de’ forastieri, lá dove in quella del duca di Mantova era intervenuto qualcheduno ancora di questi. Ebbe i medesimi trattamenti dal pontefice il duca di Parma che prima aveva ricevuti quello di Mantova. Dopo alcuni giorni d’ospizio pontificale ritirossi ancor’esso in casa di Marco Pio suo parente, e sbrigatosi poi dalle accennate solite cerimonie coi cardinali e ambasciatori, parti dí Ferrara e con uguale sodisfazione si ridusse a Parma.

Era governatore di Milano allora il contestabile di Castiglia, inviato alcuni anni prima dal re di Spagna all’amministrazione di quel carico. La vicinanza di Milano a Ferrara fece venir ancor lui in persona propria a rendere un particolare ossequio al pontefice, ma però senza nessuna apparenza di strepitoso accompagnamento. Finse egli d’aver corsa la posta e fece la sua entrata da viaggiante. Venne con tutto