Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/269

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d'enrico di borbone 263


Quanto piú crebbero dalla parte di Margherita gli ostacoli, tanto piú s’aumentò l’ardore dalla parte del re. Coprí egli per alcun breve tempo il suo fuoco, ma fatto piú intenso dall’essere stato piú chiuso, proruppe finalmente in altissimo incendio. E sentendosi egli ormai impotente a resistere a se medesimo, cominciò con diversi mezzi e con varie pratiche a cercar di pervenire a’ suoi fini. Stava attento Condé. Ed agitato da diversi pensieri, finalmente gli parve che il miglior rimedio per assicurare il suo onore fosse il levar dalla corte la moglie; onde la condusse ad un suo luogo distante alcune leghe da Parigi verso la Piccardia. Venuto ciò a notizia del re, se ne commosse maravigliosamente. All’amore s’aggiunse in lui subito un fiero sdegno. Onde prima sotto coloriti pretesti, e poi finalmente con aperte minaccie, fece dire a Condé, il quale scorreva spesso a Parigi, che rimenasse alla corte la moglie; e fra tanto non potendo egli piú lungamente soffrir la lontananza di lei, un giorno (come fu publica fama) travestito, con pochi cavalli, corse molte leghe per vederla in una parte dov’ella era per trovarsi con occasione di certa caccia. Finse Condé astutamente d’esser disposto a far quello che il re desiderava, ed a questo fine mostrò di trasferirsi a trovar la moglie, ma con risoluzione ferma nel suo segreto di volerla levar di Francia. Né fu piú lungo l’indugio. Apparecchiate le cose necessarie alla fuga piú tosto che alla partita, la mise in esecuzione in questa maniera: si pose egli con la moglie e due sole donne in una carrozza tirata da otto cavalli; e fattosi seguitar da alcune chinee e da tre o quattro soli servitori suoi piú fidati, s’incamino improvisamente verso le frontiere di Fiandra dalla parte d’Artois, ch’era il lato di quei paesi a lui piú vicino. Staccati i cavalli della carrozza, si posero egli e la moglie sulle chinee. Metteva l’ali ed aggiungeva stimoli pungentissimi alla celeritá di Condé non solo il pericolo dell’onore, ch’egli molto prima s’era figurato nella sua mente, ma quel della vita ch’ora di nuovo gli era posto inanzi agli occhi dal considerare l’ardente sdegno del re. Ond’egli mai non si fermò, sin che giunto in Landresi, piazza