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276 relazione della fuga in francia


sperando che la pratica dovesse cadere da se medesima con l’entrar la principessa in palazzo, non l’aveva palesata a Condé, per non dargli occasione di publicarla e d’irritare con nuovi disgusti tanto piú il re di Francia. Ma vedute giá si inanzi le cose, gli parve a proposito che lo Spinola communicasse il tutto a Condé, come fece, e lo consigliò insieme a pregar l’arciduca che da qualche numero de’ soldati a cavallo della sua guardia facesse custodire quella notte la casa del prencipe d’Oranges. Rimase attonito Condé in udire il caso, e subito andò a trovar l’arciduca, il quale prontamente fece dar l’ordine per la guardia richiesta. Quindi entrato Condé in nuovo spavento fra le nuove imaginazioni del caso, non si può dire quanto se ne turbò. Né potendosi contenere, uscito a pena dall’arciduca, cominciò nelle sue anticamere a publicarlo egli stesso, onde venne a divulgarsi in un subito.

Non parlava egli, ma piú tosto esclamava contro il re, contro il marchese di Coure e contro l’ambasciatore ordinario, lamentandosi ed affligendosi come se la moglie di giá veramente gli si rapisse, e come s’ella di giá fosse in Parigi e non piú in Brusselles. Intanto era pervenuto il romore alla camera della principessa dove si ritrovava Coure, e l’ambasciatore ordinario con diversi altri francesi. Quivi la turbazione che nacque in tutti non fu minore di quella ch’avesse mostrato Condé in palazzo, vedendosi scoperta la pratica e conseguentemente svanita affatto. Il consiglio repentino fu di negarla se bisognasse e di prevenir le querele con le querele; e con questo si levarono subito Coure e l’ambasciatore ordinario di casa dell’Oranges, lasciandovi in gran confusione la principessa. Con la quale nondimeno, tornato Condé poi a casa e deposto il timor di prima, si procedé con dissimulazione da lui dall’Oranges e da’ ministri spagnuoli, mostrandosi d’attribuir solamente a’ francesi il trattato scoperto, e che da loro si fosse procurato di tirarvi con inganno e violenza la principessa. Ma non si può dire quanto grande fu poi il concorso della gente a casa dell’Oranges, e quanta la confusione e lo strepito di quella notte in Brusselles. Entrò armata a cavallo