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298 relazione della fuga in francia


si mostrava desiderosa di riconciliarsi col marito, e disposta a ritornare in Francia con lui. Andò subito Condé a Marimonte a complire con gli arciduchi, da’ quali fu ricevuto con le accoglienze di prima, ed egli all’incontro si mostrò loro pieno d’obbligo per tante dimostrazioni ch’avevano fatte in favor delle cose sue. Coi ministri spagnuoli passò i medesimi offizi, e fatto questo primo complimento egli tornò a Brusselles dove si trattenne alcuni giorni col prencipe d’Oranges, e ritornò poi a Marimonte per andarsene in Francia. Non vide per allora la moglie, ma seguí dopo quasi subito in Francia la riconciliazione fra loro, e fu pienamente meritato da lei con la feconditá, e non meno con ogni piú pregiata virtú, l’amore che le mostrò sempre il marito.

Per levar di Fiandra la principessa e per ringraziar gli arciduchi d’averla tenuta appresso di loro, mandò il contestabile suo padre a Marimonte la contessa d’Overnia pur sua figliuola, ma d’un’altra sua moglie. Nel medesimo luogo la regina inviò similmente il signor di Barò a visitare Condé e ad invitarlo a Parigi; e di mano in mano concorrevano a ritrovarlo e ad offerirsegli altri francesi principali in gran numero. Partí Condé poi in capo a tre giorni, ed alle frontiere di Francia fu ricevuto dalla madre medesima. Ed incontrato per tutto e raccolto da grandissimo numero di nobiltá, entrò finalmente con incredibil concorso di popolo nella cittá di Parigi. Nel qual giro di vari casi, rappresentando egli con nuovo spettacolo quei ludibri che fa delle cose umane tutto il giorno fra di noi la fortuna, potè ragionevolmente lasciar in dubbio se fosse stata o piú infelice la forma della partita ch’egli fece di Francia o piú felice poi quella del suo ritorno nel regno. Parti fuggitivo, e con manifesto pericolo d’esser preso e di viver lungo tempo fra le miserie e l’orror delle carceri. E tornato poco dopo egli a guisa di trionfante, si vide con tali prerogative d’onori e d’autoritá che poteva parere quasi piú tosto re che primo prencipe del sangue reale.