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lettere diplomatiche | 311 |
Lusson ha poi data la risposta, ed è che la regina non giudica a proposito ch’io mandi persona alcuna a Nevers; la duchessa di Longavilla gli dará conto di quanto io ho fatto, e gli scriverá efficacemente ma poco frutto si può sperare da lei; e di questa opinione è particolarmente Berul, dal quale in grandissima confidenza io ho avuto notizia di una gran parte delle cose avvisate di sopra.
III
Uccisione del maresciallo d’Ancre.
Il favore e l’autoritá in che la regina madre aveva collocato il marescial d’Ancre aveva passato ogni termine. Onde il re finalmente s’è risoluto di farlo ammazzare, e ciò seguí ieri alli 24, mentre egli entrava nel Lovre a piedi con grandissimo accompagnamento secondo il solito.
Il signor di Vitry, uno dei capitani delle guardie del corpo, n’ebbe l’ordine da Sua Maestá e l’eseguí accompagnato da un suo fratello e da alcuni altri, e l’ammazzorono con tre pistolettate. Succeduto il caso se ne sparse la voce per tutto Parigi, e tutta la nobiltá subito concorse a trovar il re, il quale pieno d’allegrezza abbracciò tutti, e replicò spesso queste parole: — Io sono il re: il tiranno è ammazzato. — Villeroy fu incontinente fatto venire in corte, e fu rimesso in sua mano l’officio di segretario di stato, e spedirono corrieri a tutte le parti per far sospender l’armi; ed il re medesimo piú volte disse: — La pace è ora fatta: i prencipi e gli altri saranno miei buoni servitori, e verranno a trovarmi. — E senz’altro si crede che ciò sia per seguire ben presto. Il re mandò parimente persona espressa a dar parte al prencipe di Condé, nella Bastiglia, della morte d’Ancre ed a fargli buon animo. Pisius è stato restituito al suo officio di prima, come anche