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lettere diplomatiche 311


Lusson ha poi data la risposta, ed è che la regina non giudica a proposito ch’io mandi persona alcuna a Nevers; la duchessa di Longavilla gli dará conto di quanto io ho fatto, e gli scriverá efficacemente ma poco frutto si può sperare da lei; e di questa opinione è particolarmente Berul, dal quale in grandissima confidenza io ho avuto notizia di una gran parte delle cose avvisate di sopra.

Di Parigi, li 27 gennaio 1617.

III

Uccisione del maresciallo d’Ancre.

Il favore e l’autoritá in che la regina madre aveva collocato il marescial d’Ancre aveva passato ogni termine. Onde il re finalmente s’è risoluto di farlo ammazzare, e ciò seguí ieri alli 24, mentre egli entrava nel Lovre a piedi con grandissimo accompagnamento secondo il solito.

Il signor di Vitry, uno dei capitani delle guardie del corpo, n’ebbe l’ordine da Sua Maestá e l’eseguí accompagnato da un suo fratello e da alcuni altri, e l’ammazzorono con tre pistolettate. Succeduto il caso se ne sparse la voce per tutto Parigi, e tutta la nobiltá subito concorse a trovar il re, il quale pieno d’allegrezza abbracciò tutti, e replicò spesso queste parole: — Io sono il re: il tiranno è ammazzato. — Villeroy fu incontinente fatto venire in corte, e fu rimesso in sua mano l’officio di segretario di stato, e spedirono corrieri a tutte le parti per far sospender l’armi; ed il re medesimo piú volte disse: — La pace è ora fatta: i prencipi e gli altri saranno miei buoni servitori, e verranno a trovarmi. — E senz’altro si crede che ciò sia per seguire ben presto. Il re mandò parimente persona espressa a dar parte al prencipe di Condé, nella Bastiglia, della morte d’Ancre ed a fargli buon animo. Pisius è stato restituito al suo officio di prima, come anche